Carlotta Petracci

Founder, creative and editorial director

White è uno studio creativo nato a torino, che si occupa di comunicazione con un approccio editoriale. Il nostro lavoro è creare contenuti per raccontare nuove storie, attraverso la progettazione di format editoriali, la fotografia, la ricerca iconografica, il blogging, i documentari, la video direction e la brand literature. white.to.it clienti: Codice Edizioni, Enel Group, Philips Group, Autostrade per l'Italia, Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi di Torino, Ilga Europe, Compagnia di San Paolo, Solo Affitti Franchising Immobiliare, Photissima Art Fair, Torino Strategica, Macrolibrarsi, Luca Montersino, Icook - Scuola di Cucina e Pasticceria di Luca Montersino, Sperry Italia, Kel 12, 20/20 Europe.

Il corso parte da una distinzione elementare, nel mondo dell'immagine esistono due percorsi possibili: uno iconografico e l'altro narrativo. Per mezzo di casi studio ed esercitazioni viene insegnato agli studenti a riconoscere entrambi, proseguendo con l'approfondimento, attraverso un metodo multisciplinare che prende in esame magazines e prodotti audiovisivi, degli aspetti narrativi dell'immagine. Agli studenti viene insegnato come comporre le immagini, secondo il principio del moodboard e quello dello storytelling, che parte dai fondamenti della struttura della fiaba e del "viaggio dell'eroe". Con alcuni accenni all'utilizzo "creativo" della fotografia negli style magazines degli anni novanta e in alcuni rari casi precedenti.

Mi sono occupata dell'art direction e del photo editing per il nuovo progetto editoriale della travel agency Kel12. Un magazine dedicato al viaggio e all'incontro tra culture. Edito da Contemporanea srl.

L'immagine per me è tutto, è il punto di partenza di ogni narrazione. Per questo motivo oltre all'attività di visual blogging mi occupo da anni di ricerca iconografica e photo editing. Con Codice Edizioni collaboro dal 2011 su Oxygen e Agorà, i magazines di Enel e Autostrade per l'Italia, sviluppando un lavoro molto di confine che non riguarda semplicemente la fotografia intesa in senso classico. La mia concezione plurale dell'immagine, mi spinge infatti a utilizzare più linguaggi e modalità di rappresentazione, trasformando ogni magazine in una composizione polifonica. Da Google Earth a Bing, dal reportage fotografico a Instagram, dall'illustrazione storica ai visual digitali, dalla fotografia vernacolare al collage: tutto viene selezionato, catalogato e ricomposto per rappresentare visivamente ogni articolo e allo stesso tempo il nostro mondo. per approfondire: white.to.it sezione custom media behance: https://www.behance.net/whitestudio

Senza dubbio sono un'indipendente. Mi piace collaborare con le riviste indipendenti, creare progetti che partano dal basso, esplorare ciò che gli altri non conoscono e non vedono. Mi piace anche pensare che l'indipendenza possa crescere, portando con sè lo spirito del rinnovamento. Ho imparato a conoscere gli style magazines quando studiavo a Milano, dove in libreria leggevo quelli internazionali e scoprivo le prime esperienze italiane. Anni dopo ho restituito ispirazione e passione dedicando un documentario a Label, uno dei miei favoriti. E l'ho fatto insieme al Wu Magazine, con cui ho fondato W2 e con cui collaboro ancora oggi scrivendo prevalentemente di storie indipendenti.

Come Art Director mi è stato affidato il redesign dell'edizione europea del trade magazine americano di occhiali 20/20. Il progetto grafico è stato sviluppato dal mio studio: www.white.to.it e io mi sono occupata per tre anni dell'art direction.

Quando ho fondato W2, canale di documentari di lifestyle nato dalla collaborazione tra il mio studio e la rivista indipendente milanese Wu magazine, avevo una gran voglia di raccontare storie. Quelle di cui venivo a conoscenza per passa parola ma soprattutto quelle di amici e talenti non ancora completamente scoperti. Per definirlo usai, un pò impropriamente, il termine controculture, perchè gli argomenti trattati e le dinamiche con cui volevo far viralizzare i contenuti erano esattamente quelli delle comunità di stile e di pensiero. Temi come lo skate, le biciclette, le riviste indipendenti, il cinema di fantascienza, non hanno costituito solo spunti curiosi, ma hanno aggregato persone, sulla base di interessi condivisi. Il tratto distintivo delle nostre storie infatti era di essere quotidianamente pionieristiche, quindi capaci di generare una forte emozione e identificazione, in tutti coloro che si riconoscevano nel medesimo stile di vita o impresa. Per approfondire: vimeo.com/w2tvchannel wumagazine.com

L'obiettivo del corso di editorial and graphic design che tengo allo IED di Torino, è approfondire la conoscenza del mondo e del mercato editoriale: dalla sua organizzazione al suo funzionamento, dai prodotti che lo riguardano alle figure che lo compongono. Il corso si propone di formare professionisti in grado di relazionarsi con il complesso e variegato mondo editoriale dell'epoca post-digitale: dalle case editrici, agli studi di graphic design, dalle redazioni ai liberi professionisti che si occupano di ricerca iconografica, photo editing e produzione di contenuti editoriali. Una particolare attenzione viene poi dedicata alla distinzione tra due figure chiave del processo di progettazione visiva del prodotto editoriale: l'art director e il photo editor, spesso confuse ma in realtà afferenti ad ambiti disciplinari diversi e complementari.

Per un anno ho collaborato con lo IED di Torino nei corsi di moda e gioiello, tenendo workshop e lezioni. Dovevo insegnare agli studenti un metodo per progettare e presentare. Ho scelto di raccontagli quello che comunemente utilizzo per lavorare sul visivo. Un metodo che ho elaborato negli anni e che si fonda sul remixaggio culturale: ossia sulla composizione identitaria a partire dall'esproprio e dalla ricombinazione di codici provenienti da diverse epoche e culture. In tre parole: meet, clash and mash. E' così che gli studenti hanno progettato delle collezioni di abiti e accessori molto interessanti, incrociando le controculture con gli stili architettonici e con le icone della cultura popolare. Tutti i lavori degli studenti sono visibili sul blog di White: wannabewhite.tumblr.com a questi link le collezioni più interessanti del corso di moda, dove gli studenti sono stati chiamati a progettare incrociando controculture musicali e icone pop, provenienti dal mondo del cinema, dei cartoni animali, delle serie televisive e così via: 01. punkaneve: http://bit.ly/1tZuzCK 02. wonderful metal: http://bit.ly/1C7RfWb 03. rejokerae: http://bit.ly/1FLeCKT